mercoledì 26 ottobre 2011


“Ritti sulla cima del mondo, noi scagliamo, una volta ancora, la nostra sfida alle stelle!”
Con queste parole si chiude il Manifesto Futurismo pubblicato da Filippo Tommaso Marinetti il 20 febbraio 1909 su “Le Figaro”.
Sulla spinta del positivismo e lo sconvolgimento culturale provocata dalla relatività in tutte le sue forme, il movimento futurista vuole abbandonare quell’asfissiante rifacimento e contemplazione del passato come se la cultura e l’arte fossero morte con loro.
“3. La letteratura esaltò fino ad oggi l’immobilità pensosa, l’estasi e il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.”
In un urlo di protesta vogliono spazzar via, distruggere il “vecchiume” e far spazio al nuovo, la modernità esaltata all’estremo, fino a rendere arte i suoni urbani, il passaggio di un tram nella notte.

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