“Ritti sulla
cima del mondo, noi scagliamo, una volta ancora, la nostra sfida alle stelle!”
Con queste
parole si chiude il Manifesto Futurismo pubblicato da Filippo Tommaso Marinetti
il 20 febbraio 1909 su “Le Figaro”.
Sulla spinta
del positivismo e lo sconvolgimento culturale provocata dalla relatività in
tutte le sue forme, il movimento futurista vuole abbandonare quell’asfissiante
rifacimento e contemplazione del passato come se la cultura e l’arte fossero
morte con loro.
“3. La
letteratura esaltò fino ad oggi l’immobilità pensosa, l’estasi e il sonno. Noi
vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, il passo di
corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.”
In un urlo
di protesta vogliono spazzar via, distruggere il “vecchiume” e far spazio al
nuovo, la modernità esaltata all’estremo, fino a rendere arte i suoni urbani,
il passaggio di un tram nella notte.
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